Come dividere l’eredità per ottenere i beni di spettanza.
La perdita di una persona cara è un momento doloroso e complesso per qualsiasi famiglia. Oltre al dolore emotivo, ci si trova spesso a dover affrontare le difficili questioni pratiche legate all’eredità lasciata dal defunto.
Una delle problematiche principali riguarda la divisione ereditaria, un processo che può risultare complesso e fonte di gravi tensioni.
Se sei qui, probabilmente è perché vuoi capire che cos’è la divisione ereditaria, quali sono le modalità in cui può avvenire, i benefici e le difficoltà che essa comporta.
Quando una persona muore, lascia un complesso di beni (mobili e immobili), diritti e obblighi, che costituiscono, insieme, “l’eredità”. Come sappiamo, il modo in cui l’eredità va ripartita tra i successori, è determinato o dal testamento o dalla legge o…da entrambi.
Il problema sorge nella pratica: una volta determinate le quote ereditarie, meglio distribuire i beni tra gli eredi o rimanere tutti contitolari per la propria quota, dell’intero asse ereditario?
All’apertura della successione, gli eredi, che possono essere designati nel testamento o individuati secondo le norme di legge in assenza di testamento, si trovano di solito in una situazione di comunione ereditaria fino a quando non si procede alla divisione dell’eredità.
La divisione ereditaria si riferisce al processo di suddivisione del patrimonio lasciato dal defunto ai suoi eredi.
Per comprendere la necessità di una divisione ereditaria, è fondamentale capire prima che cos’è la comunione ereditaria.
La comunione ereditaria si ha quando più persone accettano l’eredità, diventando così eredi universali.
Ogni erede universale possiede una quota dell’intero patrimonio ereditario. Il che vuol dire che ha una porzione di diritto su ogni “cosa” materiale (es. un immobile o il conto corrente bancario) o immateriale (es. diritto alla liquidazione della quota di una società) che fa parte dell’asse ereditario.
Ed è proprio questo il problema della comunione ereditaria: tutti gli eredi hanno un diritto indiviso su tutto il patrimonio del defunto; l’intera eredità è di tutti i coeredi, nei limiti della propria quota.
Nessun bene, in questa fase, appartiene specificamente a un singolo erede, ma tutti i beni appartengono a tutti gli eredi in comunione.
Questo vuol dire che il patrimonio può essere “goduto” da tutti insieme o da nessuno?
No, secondo l’art. 1102 del codice civile, ciascun erede può utilizzare il patrimonio comune “purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto”.
Un esempio facile? La casa al mare ereditata, il cui godimento può essere sì suddiviso tra eredi in settimane alterne, ma pensa alle possibili liti che ne scaturirebbero…
Questa situazione, come potrai facilmente immaginare, crea una situazione davvero complessa, dal punto di vista gestionale, soprattutto se ci sono molti coeredi.
Immaginiamo tre fratelli che ereditano congiuntamente un’azienda, diverse proprietà immobiliari e conti bancari. Le differenze di opinione su come gestire l’azienda, come e quando utilizzare le proprietà e dividere i fondi e le spese portano inevitabilmente a conflitti. La necessità di decisioni unanimi e la mancanza di un testamento, magari, possono aggravare le tensioni, rendendo difficile la gestione del patrimonio e deteriorando le relazioni familiari .
Ecco che, al fine di sciogliere la comunione ereditaria ed attribuire ai singoli eredi diritti esclusivi, può aver luogo la divisione ereditaria.
Questa può essere predisposta direttamente dal testatore, che, oculatamente, in sede di testamento assegna beni specifici agli eredi evitando così la comunione ereditaria sin da principio.
Se invece il de cuius (il defunto del cui patrimonio si parla) non ha lasciato disposizioni specifiche in tal senso, la divisione ereditaria può essere realizzata dagli eredi stessi attraverso la divisione ereditaria consensuale o attraverso la divisione ereditaria giudiziale.
Gli eredi hanno il diritto di chiedere lo scioglimento della comunione ereditaria in qualsiasi momento. Questo diritto non è soggetto a prescrizione o decadenza, sebbene possa essere temporaneamente sospeso da particolari disposizioni del testatore. In questi casi, è possibile rivolgersi all’autorità giudiziaria per superare tali limitazioni.
Quando gli eredi trovano un accordo sulla ripartizione del patrimonio, la divisione ereditaria avviene attraverso un contratto. Se invece non riescono a raggiungere un accordo, è necessario ricorrere alle vie legali per richiedere una divisione giudiziale.
Anche i debiti ereditari vengono suddivisi tra gli eredi al momento dell’apertura della successione.
Contro l’atto di divisione ereditaria, è possibile intraprendere un’azione di annullamento per violenza o dolo, oppure un’azione di rescissione tramite l’impugnazione per lesione legittima, se a un erede viene assegnata una quota inferiore rispetto a quella spettante.
Quando il testatore ha indicato specifiche norme per formare le quote dell’eredità, queste regole devono essere seguite dagli eredi.
La divisione testamentaria può avvenire in due modi: tramite l’assegno divisionale semplice o l’assegno divisionale qualificato.
Divisione dell’eredità fatta dal testatore: Assegno Divisionale Semplice
L’assegno divisionale semplice è la disposizione contenuta nel testamento che non assegna direttamente i beni agli eredi, ma stabilisce come dovranno essere formate le porzioni tenuto conto dei beni ereditari specifici.
Ad esempio, il testatore nomina eredi Mario e Luisa, specificando che nella quota di Mario debba essere inclusa la casa al mare.
L’assegno divisionale semplice non impedisce la comunione ereditaria.
Immagina che il testatore lasci delle istruzioni su come dividere l’eredità. In questo caso, non assegna direttamente i beni, ma attribuisce un diritto specifico agli eredi di vedere il patrimonio diviso seguendo i criteri del testatore.
Queste indicazioni devono essere seguite e gli eredi possono procedere con una divisione contrattuale (ossia tramite un accordo) o una divisione giudiziale (tramite un giudice).
Se le disposizioni testamentarie non vengono rispettate, l’atto di divisione non è invalido, ma l’erede leso può chiedere un risarcimento.
Questo tipo di divisione è molto preciso e vincolante.
In questo caso infatti, il testatore divide direttamente i beni dell’eredità, formando le singole porzioni per ciascun erede.
L’articolo 734 del codice civile permette al testatore di evitare la comunione ereditaria dividendo i beni ma deve rispettare i seguenti vincoli:
N.B.: Con l’assegno divisionale qualificato, i diritti sui beni sono già divisi al momento dell’accettazione dell’eredità, evitando la comunione ereditaria.
Infine, il testatore può decidere che una persona di sua fiducia, che non sia erede o legatario, si occupi di stimare i beni e di dividerli secondo le quote assegnate. Questo può aiutare a garantire una divisione più equa e precisa.
La divisione ereditaria contrattuale è il modo migliore per evitare controversie e risolvere pacificamente la suddivisione del patrimonio di un tuo caro defunto. Questo metodo si basa su un semplice accordo tra gli eredi, garantendo un processo rapido ed amichevole.
Ecco come funziona, in breve:
1. Accordo tra eredi: Tu e gli altri eredi dovete essere presenti e d’accordo sulla divisione dei beni. Se manca anche un solo erede, il contratto non è valido.
2. Valutazione e stima: I beni ereditari vengono valutati al loro valore di mercato attuale per assicurare una distribuzione equa.
3. Formazione delle porzioni: I beni vengono suddivisi in quote proporzionali alle quote ereditarie di ciascun erede. Beni indivisibili possono essere assegnati a un singolo erede con compensazioni in denaro per gli altri.
4. Formalizzazione: Per i beni immobili, il contratto deve essere redatto come atto pubblico per avere valore legale anche verso terzi.
In questo modo, la divisione ereditaria contrattuale semplifica la gestione delle questioni ereditarie, evitando lunghe e costose procedure giudiziarie.
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Quando gli eredi non riescono a trovare un accordo unanime sulla divisione di un’eredità, è necessario ricorrere alla divisione giudiziale.
Questo processo può essere volontario, se c’è accordo sulla divisione ma non sull’entità delle attribuzioni, o contenzioso, se alcuni eredi non vogliono la divisione.
Prima di procedere, è obbligatorio tentare una mediazione secondo la legge. Se la mediazione fallisce, si deve coinvolgere il giudice.
Il processo giudiziale prevede una verifica preliminare da parte del giudice, seguita dalla valutazione dei beni ereditari da parte di un professionista. Un progetto di divisione viene poi redatto e sottoposto agli eredi. Se accettato, diventa esecutivo; in caso contrario, si conclude con una sentenza.
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No, ci sono alcune azioni specifiche che gli eredi possono intraprendere per impugnare la divisione ereditaria e far valere i propri diritti.
Vediamo le principali opzioni:
Impugnazione per Violenza o Dolo
Se uno degli eredi ritiene di aver subito violenza o dolo durante la divisione ereditaria, può chiedere l’annullamento del contratto. Ecco i dettagli:
Azione di Rescissione per Lesione
Un altro rimedio è l’azione di rescissione per lesione tramite impugnazione testamento, che può essere utilizzata quando un erede ritiene di essere stato leso oltre il quarto della sua quota spettante.
Rimedio: L’erede contro cui è stata proposta l’azione può fermarla offrendo un supplemento della porzione ereditaria, in denaro o in natura, all’attore e agli altri coeredi coinvolti.
Correzione per Omissione di Beni Ereditari
Se uno o più beni ereditari sono stati omessi durante la divisione, non è possibile richiedere l’annullamento. Tuttavia, si può correggere l’errore tramite un supplemento dell’atto di divisione.
Affrontare la divisione ereditaria può essere un compito complesso e carico di tensioni, ma non deve essere necessariamente un percorso estenuante che affronti da solo.
Se hai bisogno di assistenza nella gestione della tua eredità o se ti trovi in una situazione di conflitto con altri eredi, non esitare a contattare un avvocato esperto in eredità.
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