Cosa fare se una successione ereditaria risulta bloccata? Come affrontare una situazione in cui i beni ereditari sono in stallo a causa del comportamento di un erede? Esiste un modo per raggiungere un accordo sereno con i familiari?
In questo articolo ti parlerò dei casi più comuni in cui la successione risulta bloccata e quali soluzioni hai a disposizione per sbloccare il patrimonio ereditario vedendo tutelati i tuoi diritti ed interessi di erede.
Affrontare una successione ereditaria non è mai semplice, soprattutto quando sorgono tensioni tra gli eredi.
Infatti, disaccordi o incomprensioni possono trasformare questo processo delicato in una vera fonte di conflitti, bloccando l’intera procedura.
Se stai leggendo questo articolo è perché ti interessa sapere come evitare che l’atteggiamento di uno degli eredi (magari un fratello, il coniuge o un erede testamentario) a causa della sua inerzia o mancata collaborazione, possa bloccare o compromettere il buon esito della successione entro tempi e costi congrui.
Tuttavia, devi sapere che, con un po’ di pazienza, con gli strumenti giusti ed un approccio equilibrato, è possibile superare serenamente anche le situazioni più complicate.
Quindi se stai vivendo una situazione complicata a causa dell’opposizione o dell’inattività di uno degli altri eredi, continua a leggere: troverai risposte alle tue domande e scoprirai le opzioni a tua disposizione per superare l’impasse di una successione bloccata.
La dichiarazione di successione: non serve l’accordo, basta un erede
Come forse già saprai, la dichiarazione di successione e l’apertura della successione non sono la stessa cosa.
La prima rileva principalmente sul piano fiscale e deve essere presentata entro 12 mesi.
La seconda, ha luogo (si apre, si dice) nel momento e nel luogo della morte del de cuius. Ed è proprio dal momento dell’apertura della successione che si presentano le prime potenziali difficoltà che, se non affrontate correttamente, rischiano di bloccare la gestione del patrimonio ereditato.
Questo adempimento fiscale è fondamentale per comunicare all’Agenzia delle Entrate il trasferimento dei beni dal defunto agli eredi e procedere con la regolarizzazione della successione.
Forse non tutti sanno che la dichiarazione di successione può essere presentata anche da un solo erede, senza che sia necessario il consenso di tutti gli altri. Non è ammessa la presentazione di dichiarazioni separate, nemmeno in caso di conflitti tra gli eredi.
Questo garantisce che l’adempimento fiscale venga rispettato anche in situazioni in cui gli eredi non riescano a collaborare tra loro.
Come vedi, il legislatore stesso è consapevole del fatto che le successioni spesso sono causa di conflitto e possono risultare bloccate proprio da questo.
Ecco che questo aspetto della successione è forse quello meno ostico di tutto il procedimento successorio. I problemi iniziano più spesso con l’apertura della successione e le fasi seguenti.
I blocchi nella successione ereditaria: un percorso a ostacoli
Come dicevamo, alla morte del de cuius, ogni fase della successione ereditaria può presentare potenziali difficoltà. Sebbene il procedimento sia scandito da norme precise e consolidate, le divergenze tra eredi, i dubbi sul rispetto della volontà del defunto e le complessità burocratiche per soddisfare i desideri dei singoli eredi possono rallentare o complicare ogni passaggio.

Ostacolo n.1: Successione bloccata all’Apertura
È il momento iniziale, che stabilisce la cornice legale per l’intero iter successorio. Qui possono emergere questioni relative alla competenza territoriale, alla legge applicabile (italiana o straniera) o al rischio di conflitti normativi nel caso di successioni internazionali. Immagina il caso in cui un anziano muoia nella sua seconda casa all’estero dove è solito andare a svernare. Quale legge si applicherà? Già in questa primissima fase potrebbero esserci dei rallentamenti.
Ostacolo n.2: Problemi con la Vocazione ereditaria
La vocazione ereditaria, ossia la chiamata all’eredità, determina come si devono individuare gli eredi, infatti questa può essere testamentaria o legittima. Ti invito ad approfondire qui la differenza. È in questo momento che possono emergere dei dubbi sulla validità del testamento o sull’individuazione degli eredi stessi con conseguente blocco della successione.
Ostacolo n.3: Successione bloccata nella fase di Delazione dell’eredità
Questa è la fase più complessa e delicata del procedimento successorio, poiché è qui che emergono le questioni più rilevanti e spesso conflittuali che portano all’effettivo blocco della successione, come vedremo meglio tra poco.
È con la delazione dell’eredità che si identificano gli eredi e si stabiliscono le quote ereditarie e la distribuzione delle stesse. Tuttavia, è qui che possono insorgere importanti divergenze tra gli eredi. Sottolineo che vocazione e delazione quasi sempre sono simultanee, ma è importante che tu sappia che sono giuridicamente due concetti diversi.
Ostacolo n.4: L’accettazione dell’eredità
L’ultima fase prevede che il chiamato decida se accettare o meno il lascito: il termine per compiere questa scelta è di 10 anni. È evidente che, se il chiamato all’eredità rimanesse immobile per anni di fronte a questa scelta, creerebbe un blocco alla successione a danno degli altri chiamati e anche del patrimonio stesso. In questa fase possono quindi verificarsi blocchi legati a ritardi nell’accettazione o l’eventuale necessità di tutelare soggetti incapaci tramite l’accettazione con beneficio di inventario.
Ultimo ostacolo: Blocco della successione nella divisione ereditaria
La divisione ereditaria rappresenta il momento conclusivo, ma eventuale, del percorso successorio, ed è il momento in cui i beni del defunto vengono materialmente ripartiti tra gli eredi.
Tuttavia, è anche una delle fasi più delicate, spesso teatro di tensioni e conflitti. In particolare, i problemi sorgono quando gli eredi non riescono a raggiungere un accordo sulla divisione dei beni o sulla loro destinazione.
Ad esempio, immagina che gli eredi siano comproprietari di un immobile: alcuni potrebbero volerlo mantenere per ragioni affettive, mentre altri potrebbero preferire venderlo per ottenere liquidità. In assenza di consenso unanime, l’immobile resta in una situazione di blocco, impedendo sia l’uso esclusivo sia la vendita.
Casi tipici in cui la successione è bloccata
Contestazioni sulla validità del testamento
Hai un testamento in mano, ma qualcuno lo sta contestando?
Magari invece è stato redatto in modo poco chiaro, con frasi ambigue o privo di requisiti formali come la data o la firma. O forse sei proprio tu che non credi che tuo padre avrebbe lasciato metà del patrimonio alla badante e pensi che il testamento sia frutto di manipolazione o costrizione?
Queste situazioni non sono rare. La validità formale del testamento può diventare oggetto di lunghe dispute legali che, oltre a ritardare la distribuzione del patrimonio, alimentano tensioni tra gli eredi. Fino a quando non viene chiarita la sua validità, tutto resta fermo. In questo caso sappi però che non c’è scampo all’intervento del giudice : se si contesta la validità del testamento è necessario che questo sia determinato in giudizio.
Problemi nell’identificazione degli eredi
Forse tu e gli altri coeredi non riuscite a rintracciare un erede istituito in testamento, magari perché vive all’estero o perché semplicemente non sai chi sia. Non sono rari i casi nemmeno di premorienza dell’erede o di eredità lasciata ad un figlio concepito ma non ancora nato.
L’eredità rimane in sospeso mentre si cercano risposte: chi sono gli eredi? Come si può agire in assenza di tutti? La burocrazia inizia a rallentare, e i dubbi non fanno che aumentare.
Opposizione allo sblocco dei conti correnti del defunto
Se sei arrivato fino a qui, forse stai proprio cercando di accedere ai conti correnti del defunto, magari per pagare spese urgenti come le tasse di successione o i costi del funerale. Ma c’è un problema: uno degli eredi si oppone.
La legge richiede l’assenso unanime per sbloccare e liquidare le somme giacenti, a meno che il testamento non disponga diversamente. Se non c’è accordo, quei fondi restano congelati, bloccando la gestione finanziaria dell’eredità e lasciando aperti spiragli di conflitto.
Conflitti sulla legittima
Se ti trovi in una situazione in cui un testamento esclude uno dei legittimari – coniuge, figli, o ascendenti diretti – allora sai quanto può essere delicato questo problema. Chi è stato escluso ha diritto di agire legalmente per rivendicare la propria quota di legittima, rallentando o bloccando l’intero processo successorio.
Questo genere di contenziosi è tra i più comuni e può protrarsi a lungo, aumentando il disagio per tutti gli eredi coinvolti.
Conflitti sulla vendita o gestione dei beni comuni
Forse tu o altri eredi state cercando di decidere cosa fare di un bene indivisibile, come una casa o un terreno. Alcuni vorrebbero mantenerlo per motivi affettivi, mentre altri preferirebbero venderlo per ottenere liquidità.
Se non c’è accordo, il bene rimane in uno stato di limbo: non viene utilizzato, ma continua a generare spese per tasse o manutenzione. Questo tipo di conflitto può richiedere anni per essere risolto, soprattutto se uno degli eredi si oppone fermamente a qualsiasi proposta.
Indecisione sull’accettazione o rinuncia dell’eredità
E se uno degli eredi non prende una decisione sull’accettazione o la rinuncia dell’eredità? Questo è un blocco classico, che può fermare tutto il processo. La situazione si complica ulteriormente se ci sono minori o soggetti incapaci coinvolti, che possono accettare solo con beneficio di inventario.
Anche se tutti gli altri eredi hanno accettato, l’indecisione di uno solo può ritardare la divisione e la distribuzione dei beni. Non è possibile procedere finché ogni parte coinvolta non ha chiarito la propria posizione.
Disaccordi sulla divisione dei beni
Se sei nella fase della divisione, sai bene quanto possono essere difficili le trattative. Quando le posizioni degli eredi sono inconciliabili, il blocco diventa inevitabile.
Il rischio è che si arrivi a una divisione giudiziale, con conseguenti costi e tempistiche più lunghe per tutti gli eredi coinvolti. Prendiamo l’esempio classico: tre figli ereditano in quote uguali la casa di famiglia. Le quote, è importante ricordarlo, sono ideali: non si riferiscono a parti specifiche del bene, ma riguardano l’intero immobile. Questo significa che ciascun coerede ha il diritto di utilizzare l’intero bene, rispettando i diritti degli altri.
La stessa logica si applica a qualsiasi altro bene in comproprietà: un’auto, un terreno, un’opera d’arte. Fino a quando la comunione ereditaria non viene sciolta, tutti i comproprietari condividono diritti e doveri, come partecipare alle spese e dividere eventuali utili, ad esempio i canoni di locazione. Senza un chiaro accordo sulla gestione del bene comune, gli screzi tra familiari saranno all’ordine del giorno.
Successione bloccata: trovare un accordo sereno con i familiari
L’importanza di trovare un accordo per sbloccare la successione
Se sei già in questa fase critica lo sai già, ma una successione ereditaria non riguarda solo il patrimonio. Infatti, è un momento in cui i rapporti familiari vengono messi alla prova, ed è fondamentale preservare la serenità del nucleo familiare.
Trovare un accordo non significa cedere o rinunciare ai propri diritti, ma lavorare insieme per costruire una soluzione che soddisfi tutti. Devi sapere che ogni passo verso la comprensione reciproca è un investimento per il futuro.
Familiari che si oppongono: tra difesa degli interessi e ignoranza della legge
La paura di cedere troppo agli altri, di essere svantaggiati o di perdere qualcosa spinge spesso gli eredi a irrigidirsi, rifiutando qualunque proposta.
Eppure, sapere che la legge offre strumenti per tutelare equamente tutti gli eredi può fare la differenza. Ad esempio, nel caso di un bene indivisibile, è possibile trovare un compromesso che soddisfi tutti, come conguagli economici o permute.
Tuttavia, queste opzioni spesso non vengono considerate perché manca una comprensione chiara di come funzionano, oppure perché non c’è stato un confronto reale e onesto tra gli interessati.
Sappi che un avvocato esperto può mostrarti soluzioni equilibrate e protezioni specifiche per ciascun erede.
Un approccio rispettoso della memoria del defunto
Non bisogna dimenticare che, nella maggior parte dei casi, i beni contesi appartengono a una persona cara che non c’è più. È difficile immaginare che quella persona avrebbe voluto vedere i propri familiari litigare in tribunale per il proprio patrimonio. Un accordo sereno tra i familiari non è solo un modo per evitare costi e tempi lunghi: è anche una scelta che onora la memoria del defunto, consentendo agli eredi di risolvere i loro conflitti in modo civile e collaborativo.
La negoziazione assistita: una soluzione serena per sbloccare la successione
Quando il dialogo tra gli eredi sembra impossibile, la negoziazione assistita può essere un’opzione preziosa, ancor prima della mediazione, che è comunque obbligatoria prima di adire il giudice.
La negoziazione assistita è uno strumento giuridico prezioso che consente di risolvere i conflitti successori senza passare per il tribunale o davanti ad un mediatore.
Si tratta di una procedura stragiudiziale in cui le parti, assistite dai propri avvocati, si incontrano per cercare una soluzione condivisa. È una vera e propria trattativa regolamentata, dove i professionisti legali non sono solo difensori dei loro assistiti, ma anche facilitatori di un dialogo costruttivo.
Un esempio? Immagina un immobile che due fratelli vogliono conservare, mentre un terzo vorrebbe venderlo per liquidare la propria quota. Con la negoziazione assistita, è possibile definire un accordo che preveda, ad esempio, un pagamento rateale per l’acquisizione delle quote da parte degli eredi che vogliono mantenere il bene, senza che nessuno si senta svantaggiato.
Tempi e costi: perché scegliere la negoziazione assistita
A differenza della mediazione obbligatoria, che prevede l’intervento di un mediatore imparziale scelto da un organismo accreditato, nella negoziazione assistita il confronto avviene direttamente tra gli avvocati delle parti. Questo significa che gli interessi di ciascun erede vengono protetti e rappresentati da un professionista che “parla la stessa lingua” del collega “avversario”.
Gli avvocati, pur portando avanti le richieste e le esigenze dei rispettivi assistiti, hanno la capacità di individuare soluzioni amichevoli e tecnicamente valide, favorendo una trattativa serena e soddisfacente. In questo modo, si crea un clima di dialogo più controllato, dove si punta a trovare un accordo che tuteli tutti, senza lasciare spazio a scontri inutili o a fraintendimenti.
Rispetto a un contenzioso in tribunale, questa modalità offre tempi più rapidi, evitando le lungaggini delle udienze o della mediazione obbligatoria, e garantisce costi ridotti, eliminando spese processuali, perizie e oneri aggiuntivi. Inoltre, le parti mantengono il pieno controllo del processo, raggiungendo accordi costruiti su misura, senza dover sottostare a decisioni imposte da un giudice.
Sbloccare la successione con una trattativa serena
La negoziazione assistita non è solo uno strumento pratico, ma rappresenta anche un approccio più umano e rispettoso, soprattutto in contesti familiari delicati. Pensare al tribunale come unica soluzione può trasformare la spartizione di un patrimonio in una guerra, mentre chi ci ha lasciato quei beni probabilmente desiderava che venissero gestiti in armonia.
Una successione non deve essere necessariamente un campo di battaglia.
La successione non deve essere vista come un campo di battaglia, ma come la spartizione di ciò che una persona che ci ha voluto bene ha scelto di lasciarci al momento del suo passaggio a miglior vita.
Con il nostro studio legale, puoi ricevere il supporto necessario per trovare accordi equilibrati, sbloccare la successione e riportare serenità nei rapporti familiari.
Contattaci: siamo qui per darti una mano a superare ogni ostacolo.